intestazione Renè fuma.jpg pgn
renato maior gif
Renault_Fuego Renè1
lib

 

Statistiche gratis
 

06

Questo sono e niente altro voglio essere. Questo ricovero virtuale e spirituale vuole essere il deposito dei miei ricordi e di fatti e misfatti. Un modo come un’altro per non far svuotare nel tempo la mia mente.                           Ogni lettera scritta è come sabbia in una clessidra che ad ogni scoccare di tempo, rovesciandola alimenterà  il dimenticatoio dei ricordi e delle emozioni.

LFerrari Teama passione, la ricerca della perfezione... Musica in Auto

Nel 1984, dopo varie disavventure come lupo di mare decisi di cambiare vita. Le parole di un galeotto affacciatosi da una delle finestrelle ferrate, del penitenziario a strapiombo sul mare dell’isola d’Elba, mi confermarono la desolazione di quel lavoro. 

“A peggio di noi!!!”  l’urlo di scherno a pieni polmoni, attraversò la distanza virtuale tra il dirupo e la nave colpendo come un coltello prima il cuore e poi la coscienza, mentre la nave continuava a costeggiare le sporgenze rocciose e desolate di quel luogo storico.

Ancora oggi nelle miei riflessioni relative a quel periodo, sento quella voce forte e chiara che mi rimbomba dentro, facendomi vivere quei momenti. Lui solo prigioniero delle istituzioni, noi peggio di lui, prigionieri di quel metallo arrugginito ed in balia del onde. Coprivo quel ruolo di ufficiale consenziente alla solitudine di quel lavoro, su caccavelle che ancora oggi galleggiano trasportando merci da una parte all’altra del mondo, con scialuppe di salvataggio bucate dal marciume del tempo e senza viveri dentro.  La sporcizia e la ruggine, erano veri armatori di quegli spazi ostili e senza fuga. Il mangiare di pessima qualità con carni vecchie come Mussolini non aiutavano a pensieri positivi.

Sbarcato dopo l’ennesimo naufragio, decisi di non imbarcare più, avrei usato tutti i miei risparmi di quasi tre anni di navigazione per trovare un altro lavoro, senza più beccheggi e rullii, senza più le onde giganti dell’Atlantico che come montagne d’acqua percorrevano la ghiglia della nave in senso longitudinale, formando un fulcro mobile sotto di essa per spezzarla a metà. La sollevavo da prora a poppa tenendola in bilico, poi la lasciavano cadere a peso morto sulla risacca tra un’onda e l’altra, mentre un’altra onda ancora più grande la sommergeva per poi schiantarsi sul ponte di comando. Una bomba d’acqua che scaricava l’ira di quell’oceano sull’uomo e sul suo guscio di noce. L’impatto era cosi violento da fare tremare e scricchiolare le strutture ed il cuore di ognuno di noi. Decisi di essere io il padrone del luogo della mia morte preventiva e non lasciarla in balia alle ire di un mare con tanti nomi in un’unica sostanza salata. Comprai in società con uno che diceva di essere mio amico, un negozio al centro della città dove risiedo: la GBC componenti elettronici. Erano i tempi in cui la globalizzazione (marchingegno bancario), non era stata inventata e gli elettrodomestici venivano ancora riparati con poche lire. Sciolsi quasi subito la società, perché l’amicizia è una cosa seria e lui il mio socio, non lo era. Stravolsi il negozio ed inserii la vendita di prodotti finiti, che insieme alla componentistica elettronica davano il completamento all’attività. Quello fu l’inizio della mia avventura nel mondo dell’elettronica e della musica. Le autoradio iniziavano a modernizzarsi e l’Autovox, una delle più importanti fabbriche italiane cominciava a produrre i primi modelli per auto con FM e il gira cassette. La Pioneer iniziava la produzione dei suoi spettacolari componenti separati, uniti da un cordone ombelicale per lo scambio di informazioni sonore.

 Le auto uscivano dalle fabbriche senza nessun tipo di predisposizione, era già tanto trovare una fessura per installare piccole autoradio con la frequenza AM.  Per installare componenti più importanti: casse ed elettroniche varie, era necessario stravolgere l’abitacolo con fori e rivestimenti i più possibile simili a quelli originali, utilizzando supporti costruiti lavorando a mano il legno o la resina. La lira controllata dalla Democrazia Cristiana aveva il suo valore, anche se il debito pubblico era in continuo avanzamento. Lo stipendio medio era di 600 mila lire, ma la gente spendeva, c’era una certa tranquillità politica e le banche bande a predare davano soldi ad interessi altissimi spesso si toccava il 15% sugli interessi. Il denaro giava ugualmente, si provava gusto a spendere per la casa e per l’auto. Oggi queste cose sono diventate futili, si spende solo per la virtualità di un telefonino o di un pc per entrare nel mondo di Facebook. Siamo troppo presi dal coinvolgimento telematico e politico che svaluta la nostra vita per goderci i piaceri del suono e della buona musica e di ciò che ci circonda. Ci hanno abituati ad accontentarci di surrogati, dai file compressi ai cibi rimasterizzati o liofilizzati, che nulla hanno a che vedere con un cd digitale in DDD o con una bistecca di una mucca allo stato brado. Ingeriamo solo mediocrità venduta per eccellenza, manipolazioni generiche e suoni ovattati ormai fanno parte della nostra modernità. 

Il 1986 fu l’anno delle prove, dell’estro, delle competizioni.  Nottate passate ad inventare per stupire. Visioni elettroniche, proiettate nel futuro per far godere occhi, orecchie e corpo. I risultati arrivavano e soddisfacevano le tante fatiche.Diedi inizio ad un progetto ambizioso Star Killing auto più sofisticata del mondo, da presentare al Motor Show di Bologna. La scommessa era riuscire ad inventare una tecnologia capace di riprodurre musica ad altissimo livello, per appagare la sete di fedeltà sonora.

Il risultato più ambito era riuscire a produrre dentro l’auto un sistema quadrifonico ad altissima potenza. Ogni posto anteriore era fornito con il suo canale ben distinto destro e sinistro, stereofonia singola ed incrociata con il sedile accanto. Tutti i giornali del settore si interessarono a quell’auto per tutti gli anni a venire seguendo le evoluzioni elettroniche. La prima auto con intelligenza artificiale applicata ad elettro meccanismi per renderla più autonoma possibile. Il mio sogno si stava concretizzando. Era pazzesco per chi entra dentro trovarsi in un salotto con la visione di essere nella prima fila di un teatro, la qualità musicale era veramente altissima, tanto da sentire il respiro di un musicista che suonava una tromba o delle dita di un chitarrista scorrere le scanalature delle fasce di una corda. Oltre alla musica, vari meccanismi davano al prototipo quell’impronta di mistero che ha accompagnato da sempre le mie realizzazioni. Star Killing era speciale poteva essere avviata da lontano oltre cento metri, e poteva spostarsi senza guidatore per decine di metri. Molti accessori allora denominati come miracoli accendevano le luci automaticamente all’imbrunire o in galleria. I tergicristalli si azionavano automaticamente in caso di pioggia. Il parabrezza doppio contenente del liquido oblioso per preservava il guidatore dall’abbagliamento nell’incrociare altri veicoli con i fari di profondità attivati. Una tv valvolare smontata e ricostruita ad arte dentro il cruscotto, con il suo videoregistratore, intratteneva i passeggeri il tutto alimentato da un inverter. La voce riprodotta da un Commodore 64, allora consolle per video giochi, rispondeva a domande e prendeva iniziative in caso di avvicinamento di persone ostili quando l’auto era parcheggiata. Un piccolo bar installato al posto del portacenere forniva attivato una pompa caffè caldo, sfruttando le tubazioni del raffreddamento del motore e bevande fredde un frigo installato posteriormente. Una doccia a telescopio installata nel paraurti posteriore forniva acqua calda per lavarsi in viaggio, fornita da un piccolo pannello solare. L’impianto stereo poteva sfruttare in tutto il suo splendore una potenza di 6000 watt (seimila) di potenza Rms, gli amplificatori erano studiati da me e costruiti dalla Lear di Leardini. Una serie di strumenti come sintonizzatore elettronico e batteria elettronica la facevano studio di registrazione per DJ esordienti.

Una Renault Fuego veramente da fantascienza per l’anno in cui l’ho progettata e realizzata.  Studi e prove senza stanchezza, per trovare soluzioni atte ad annullare la virtualità di un impianto statico di riproduzione musicale che avrebbe portato l’ascoltatore in un’immersione dentro la musica, con sensazioni emozionanti. Per proteggere l’auto da eventuali mali intenzionati ho progettato un sistema ad radar che captava l’avvicinamento e in caso di manutenzione di uno degli sportelli poteva dare piccole scariche per allontanare la persona. Altri meccanismi si interessavano a trasmettere ad un cerca persona l’intrusione. Altri dettagli sono riportati dal giornale il Tempo.

renaul-fuego

 

Renault Fuego
fuego a Tarquinia senza

Città di Tarquinia (VT)

Dopo gli spettacoli in discoteca quelli di piazza,  la sua enorme potenza, 6000 watt rms pilotata dalle più sofisticate apparecchiature musicali ed elettromeccaniche,  riusciva a intrattenere il pubblico. Un Dj seduto dalla parte guida, mixava ed inventava musica. Per recuperare spazio molto restrittivo rispetto ad un banco dj ho apportato delle modifiche sostanziali  comandi dell’auto, sostiuendo il volante con uno modificato tipo calosce d’areo  e l’asta del cambio con una  estraibile. La  batteria elettronica e il simulatore di strumenti, erano  istallati  in sostituzione dell’aletta parasole,  il piano elettronico fissato sul   soffito a destra.

P1180727