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06

Questo sono e niente altro voglio essere. Questo ricovero virtuale e spirituale vuole essere il deposito dei miei ricordi e di fatti e misfatti. Un modo come un’altro per non far svuotare nel tempo la mia mente.                           Ogni lettera scritta è come sabbia in una clessidra che ad ogni scoccare di tempo, rovesciandola alimenterà  il dimenticatoio dei ricordi e delle emozioni.

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Pensieri e parole
 
Sono qui per caso, come nella vita. Un’esistenza che dura solo un passaggio...tanto veloce rispetto al tempo, che non mi ricordo come ero prima, mi sembra tutto uguale, solo lo specchio scadenzario biologico mi esamina e mi confonde. IL percorso che ho fatto, l’ho vissuto come passeggero di una ruota panoramica, montata nella giostra della vita. Sono salito in fasce, accomodandomi nella poltroncina oscillante e in balia dei venti e ho iniziare quella che tutti alla nascita chiamano: una bella gita, per vedere il panorama dall’alto, ma con i rischi derivante dall’incoscienza della gioventù. Solo adesso che la ruota ha superato di un bel pezzo la massima altezza mi rendo conto di ciò che ho rischiato, di quante volte avvolto dalla paura puttana ho pensato e ho provato a sganciarmi da quel posto cosi poco rassicurante e scomodo per fammi cadere nel punto esatto della mia partenza. Ora che sto scendendo sempre accompagnato dal vento che mi fa oscillare e sbandare, penso a ieri, all’oggi, al domani e per paura che il giro finisca nell’ultima fase troppo in fretta, scrivo per non dimenticare che anche io ho giocato con la giostra della vita.
 
Cieli azzurri per pochiCIELI AZZURRI PER POCHI1

Ho lavorato come un trattore, ho tirato funi spaccandomi i reni e le mani, che hanno preso il colore della ruggine e il suo profumo, ma non vedo nè riconoscenza nè solidarietà. Ho raccolto il fieno tra gli sterpi, lì dove ho piantato un giorno il grano, poi mangiato da insetti maledetti, stavano ai margini del campo aspettando che questo fosse maturo per ingerirlo. Oggi mi affaccio alla finestra e vedo desolazione, sterpaglie ovunque, senza più le teste dorate a forma di spiga ancora bagnate da mio sudore acre. In lontananza il cielo solidale, solo un piccolo spiraglio tra le nuvole piene di bufera. Penso e ripenso alla similitudine di questo con gli uomini, a quanti di questi non sudano e non hanno tracce di ruggine sulle loro mani curate. Il tempo, il loro tempo senza fine, senza corse per coprire ciò che la tempesta bagnerà.

Pare proprio che certi cieli siano sempre azzurri per queste persone, c’è sempre qualcuno da qualche parte dell’universo che pensa sempre a tutto, mentre la limetta graffia appendice di unghia nate curate.

La chiavekey
 
Quale è la toppa di forma riflessa per quella chiave che aprirà la porta del Paradiso? Quale incosciente traguardo per vedere uno spiraglio di luce accecante? Il troppo a volte stroppia, la ricerca, il pensiero, la falsa speranza, l’illusione di poter trovare la chiave della felicità, in un incastro di vita tra tempo e il muro inamovibile.
Un labirinto di strade, di porte inquiline che lo abitano, senza un numero civico, senza un colore, senza un tappeto per spazzolare i detriti e la rabbia della mia anima, che bussa, che s’incanala tra quelle vie senza uscita. Solo quella chiave di vecchio stampo, fabbricata da Colui che di creazioni se ne intende, è la prova che una di quelle toppe corrisponde a quell’incastro.
 
Svicolo tra vie che non portano a nulla, cedo amore, ed apro il mio cuore a sentimenti forti, spesso non compresi, deviati, stroppiati da altri rituali circostanze. Passioni riflesse di stampo giovanile invadono la mente dando forza al mio cuore perché scacci via la vecchiaia, permettendo al coraggio di sorpassare l’imprudenza e l’irrazionalità.Ci furono tempi in cui la mia vita era ancora piena di speranze, di luce che non mi apparteneva perché era  solo l’illusione dei detti di altri, della voglia di fortuna arrogante, che avrebbe dovuto accompagnare i gesti giornalieri nei miei risvegli, ma i miei occhi tralasciavano, nascondevano mentendo al cervello la vera realtà di questa vita, pittando di luce nera tutto quello che non era accettabile per poi  dipingerci sopra una realtà virtuale più congrua al mio essere, menzogne per stolti.  L’ironia della sorte è come il delicato filo di un ragno, che teso tende la trappola della vita, tra vischi sottili della rete.
Apro spesso il mio cuore a ciò che non mi appartiene, a ciò che vorrei ma senza soffrirne dei mali di questo mondo, che invadono lo spirito del mio  sapere.

La penetrazione della vitaLa penetrazione della vita

 

Quel raggio di sole penetrò il buio tra i rami di quel bosco che come spettri di tempi migliori si riflettevano sulla terra fredda. Quel calore luminoso li faceva godere come un uomo con la sua donna. Toccò il fondo viscido, entrò tra foglie secche dormienti che ricordavano un’era verde e vigorosa prima di essere solo pezzi d’emozione, di vita morta dimenticata e in agonia.
Quella luce, le stimolava le rianimava dolcemente, come a far rinascere in loro la vita. Il vento complice, fischiava tra i rami note romantiche in una sinfonia d’amore, facendo svolazzare ed espandere quel fogliame in una danza della natura. 
 Il miracolo si stava compiendo, sopra di queste l’anima in forma di vapore acqueo iniziava a innalzarsi verso il cielo, sotto qualcosa prendeva forma e vita.  Il minuscolo raggio sollecitava la vita nascosta con il suo calore, animava spore e semi di fiori selvatici, dai profumi intensi e selvaggi. Il richiamo di madre Primavera era imminente, in prorogabile come la vita e la sua continuazione sul resto degli esseri: risorgere ogni nove mesi per dare inizio ad una nuova fine. 

 

 

Donna sciogliti come il ghiaccio, diventa acqua pura…brave_new_world___by_j_u_d_a_s-d7yocxw

Quanti sentimenti conservi?
Quanti amori vissuti, quanti da viverne e amare?
Quanta tenerezza nel tuo contenitore dalle forme erotiche, dove l’anima è parte integrante, si rarefà per diventare purezza assoluta, raggiungendo qualsiasi posto su questa Terra e nell’Universo.
 
La strada dell’amore è lunga e perversa, curve e rettilinei si alternano, si intrecciano, si formano prima nella tua mente e poi si inglobano con i profumi del tuo spirito, per lasciare tracce ovunque.
 
 Il tempo cancella le forme, la mente le trattiene e le memorizza, per mantenerle sempre vive.
 
Il tempo rafforza solo i ricordi, mentre il cuore cammina a se verso altri lidi, altre storie, altri amori. La scia che lascia trascina a se solo le cose vicine, quelle lontane portano solo il profumo del passato, che non ritornerà mai nel presente.

 

 

Ti amo…Love___by_CelticBeauty_by_love
 
Un sentimento forte, un modo di esprimere ciò che dentro freme, che scuote quel punto preciso: l’attaccatura bassa dello sterno, l’incrocio delle due ultime costole, la bocca dell’anima.
 
Mi sembra che tutto parta da lì, come voler sorpassare il cervello con le sue esigenze, i suoi pensieri, i suoi modi di interpretare questo sentimento. Credo che l’amore abbia molti altri stimoli più significativi, più profondi di un normale far bisogno celebrale.
 
L’amore paradosso di unione, spazio ritagliato nei meandri dell’anima, credo e voglia di vita, di procreazione, l’amore universale è la chiave per capire ciò che sta succedendo dentro di noi.
 
Il falso mixer che l’uomo si impone, dall’alto della sua falsa divinità, rifacendosi alla Bibbia, alle parole da lui stesso scritte e poi passate come leggi, attribuendole alla volontà divina, è solo una banale scusa per investirsi di potere e celebrare omelie sulla vita e sulla morte. Tra queste il matrimonio e le false promesse da mantenere, del tipo “fino a che la morte non ci separa”. False promesse d’avanti al podestà del culto o al falso legislatore di potere. Ma il “Falso” esiste se esistesse veramente un “Vero”. Come se avessimo l’autorizzazione a non sentirci più in dovere d’amare dopo la scomparsa di uno dei due, per rabbia contro Dio e superando con questo concetto l’infedeltà a venire.
 
  L’amore è l’espressione della Natura, madre e artefice di odori, di colori, di adrenalina, di sembianze vigenti e passate, di paragoni a madri e a padri. L’amore è il sacramento celebrale con Dio, ma l’uomo di sacramenti dentro di se ne ha pochi, parla d’amore, per scambiare del sesso, dice “Ti amo” rimanendo lui stesso incredulo a questa sviscerale parola, collante di false eresie e vero amore.
 
La Donna come terra fertile, spazio divino per impiantare il seme della vita.  L’uomo, come l’acqua, che bagna e nutre ciò che a trascinato, con il suo tempismo verso quel piccolo uovo centinaia di semi sani. Uno, solo uno affonderà le sue radici per nutrirsi della terra e dell’aria, diventando parte integrante del nostro sistema ecologico scambievole. 
Ecco la vera unione, il vero coesistere di questo spazio chiuso: la Terra.
 
Sento l’acqua scenderà dal cielo grigio, tra nuvole bianche come cumoli di ovatta, ammucchiate in ordine sparso e in forme creative. Vedo case, uomini indaffarati, donne con mini ombrelli scodinzolare tra pozze ormai opache, mentre piccole saette di microscopiche particelle umide bagnano il mio viso, formando rugiada sulle mie labbra. Scendono con il classico tintinnio, tra foglie di alberi, per accarezzare la loro terra, in questa forma vecchia come la terra di amore universale.
 
 La scambievolezza di un atto che sembra ovvio scontato, ma che nasconde la vita. La terra, come la Donna coverà tutto ciò che da lei sarà coperto. Uno scenario di contemplazione nel silenzio più assordante di un afono “ti amo”, gridato in un aforisma amplificata dall’espressione del viso. Nessuna parola spesa o riportata nel libro Sacro, ha la stessa importanza di questo nulla di ricchezza e passione, senza credo, senza forzature.
 
Cosi l’amore diventa solo una necessità di vita.
Una necessità di averti, di poter godere anche solo per un attimo dei tuoi occhi, mentre il tuo corpo gode.
 
L’amore è sapere che esisti, che stai vivendo un attimo di eternità dentro il nulla dell’universo, una luce accesa in un buco nero che avvolge la mia vita di povero mortale.
 
Vivo per viverti, da momento a momento, in uno spazio non più definito, in un tempo senza tempo. E l’attimo conta come un secolo. L’attimo che scorre tra emozioni e fremiti, tra le mille cose brutte di tutti i giorni, il mio Ti Amo diventa vita.

 

                                 I segreti della vitaI segreti della vita3

Guardandolo da quaggiù il cielo pieno di stelle è così perfetto che sembra irreale.
Come un cartellone forato, da scena di teatro, per simulare un cielo stellato, in una scena d’amore dove io e te siamo i protagonisti.

Una panchina di legno immersa tra gli alberi e l’oscurità, nel silenzio cosi assordante, tanto da ascoltare i battiti del cuore, cavalli al galoppo per il nostro amore.  Il nulla coccola il niente e per il rispetto reciproco di attrazioni positive e negative le masse gassose e rocciose girano sempre per venerare il progetto iniziale della Genesi. Tutto si muove da milioni di anni con lo stesso tempismo cosmico, dettato dalla forza suprema del Creatore, orologiaio molecolare e fanatico fan della puntualità, perché è il tempo nella sua instancabile razionalità a governare le galassie.
 
Le meteoriti bus spaziali, seminano vita lì dove il Creatore ha finito di zappare e di scavare pozzi d’acqua cristallina, la natura prende il potere sulla vita e con il suo manto verde copre ogni cosa. La molecola umana prende forma, si contorce, si allunga, si divide, si colora nelle sue metà di rosa e di azzurro, e l’amore in quella splendida attrazione genera cloni umani, estasiante preludio alla vita che inizia nel silenzio cosmico. L’ultima scena di questo teatro fittizio, dove i nostri corpi esausti, attorcigliati l’uno all’altro, guardati ed applauditi dalla platea di stelle si amano nel teatro dell’universo.
                                       Anime in peneanime in pene
 
Se Dante Alighieri fosse nato in questa era, nello scrivere la Divina Commedia con la sua mostruosa bravura e la grandiosa immaginazione pittoresca, descriverebbe nel suo viaggio tra mortali e immortali, i nuovi peccati di questa società. Inserendo nel girone dell’Inferno i transessuali uomini-donna dentro pozze di magma infernale. Corpi mutilati tra peni galleggianti, evirati da demoni e dati in pasto alle fiamme per condannare il peccato di divinazione, solo Dio può contenere in se i sessi della clonazione umana. La “pestificazione” trans infetta il globo e colpisce i ceti più alti, ricchi e potenti. Questi nella loro incolmabile depravazione, cercano un approccio con un presunto essere perfetto detentore di organo maschile in un corpo quasi femminile, con seni abbondanti tutto per dare una goduria multipla a queste menti malate e immorali. E la nostra vita urbana continua, in strade consumate di passi viandanti pornografici e di uomini rispettabili in cerca dell’essere superiore, tra marciapiedi stanchi di tacchi a spillo di taglia 43, di seni siliconati, di gonne mozzafiato muniti di marsupio, quello che fa la differenza.
Falsetti di voci cupe di maschio corrotto, truccato, auto-educatosi nei movimenti femminili. Moine di mani con unghie rifatte, per una sessualità finta, una femminilità mascherata da carnevale per la parata uomo cerca un uomo biologicamente modificato, per far finta di andare con una donna ma ben fornita di attrezzo perforante. L’anima fugge da quell’involucro esterno di sola carne, quella che porta in se il peccato originale. Quella carne che nell’Inferno di Dante, brucerebbe producendo odori e sapori al silicone e anfetamine. Il peccato porta in se la voglia di diversità, di corruzione estesa in ogni cosa troppo scontata, il sadomaso per goduria, la fustigazione corporea per il piacere da dolore. L’uomo è marcio, marcio dentro per i veleni concessi gratuitamente dalla globalizzazione, per il suo spirito esalato nell’aria per acconsentire alla perdizione e fuori per il suo DNA non più in linea con colui che ha pensato al rapporto uomo/donna come il più bello incontro tra anima e sesso. Il peccato produce merce di scambio. Il peccato si trasforma, si vende e si acquista. Denaro per un corpo perduto. 

 

                                                Alveari vuotiAlveari vuoti

 

Cosa rimarrà di noi quando la terra ingoierà la massa cementizia impastata e modificata genericamente dall'uomo, per costruire montagne di parallelepipedi vuoti, come alveari senza miele?
 
Cosa resterà dei nostri figli scalzi tra le macerie di questo mondo sterile?
 
Dove la ricchezza è passata sopra la gente morta di fame, depredata di ogni cosa da questi poteri politici, della borsa, del mercato, persone fatte di numeri e d'interessi, contro gli ultimi umani del pianeta, vagabondi ormai di questo pianeta.  

 

 

                                          Ciò che scritto nel destino11069640_1420583354920532_5664131018601282408_n
 
Ciò che è scritto arriva, con una puntualità fatale.
Quando pensi che sei abbandonato e discostato dal mondo intero, mille piccole cose si uniscono, si intrecciano per creare quella situazione che la vita ci sta proponendo: la Svolta
A volte lottiamo contro noi stessi, non credendo più nella possibilità che il Fato si stia interessando di noi.
Allora combattiamo contro noi stessi, perché credere a quella offerta, a quella opportunità e intanto che pensiamo, quel treno che ci ha invitato a salire parte, anche questa volta senza di noi.

 

                                         Ubriaco di vita...Ubriaco di vita
 
E' appena l'alba, mi alzo attempato, stanco vacillo. Nudo e senza pudore mi affaccio alla finestra, è ancora tarda l'ora perché occhi indiscreti possano commentare le mie sconcerie.
La natura è ferma, una gazza su un alito di vento si fa trascinare fino mio mandorlo, modula suoni di richiamo mentre mi guarda. Tutto sembra uguale a ieri, ma ieri i fiori del pesco era chiusi ed il ciliegio senza i suoi fiori bianchi si confondeva con la natura selvaggia, cresciuta dietro al muro. Guardo quelle immagini cercando di zoomare i singoli particolare di questo mondo di miracoli, dai colori pastello.
Una serenità incantevole avvolge la mia anima, come il sole avvolge di luce la sua mattina di primavera, conferendo al profumo delle piccole foglie fresche e ai germogli il mistero della divinazione.
 
Mi godo l'evanescenza del mio spirito libero che mi avvolge e mi coccola, mentre un brivido percorre la mia schiena e una lacrima di gioia conferma che sono ancora vivo.